In Terra Santa, la gente considera spesso Mariam come la «piccola Teresa del mondo arabo». Mariam (1846-1878) è vissuta nella stessa epoca di Teresa (1873-1897); entrambe hanno condiviso la medesima disponibilità al dono amoroso di sé, ma con modalità diverse. L’una è completamente occidentale, l’altra è orientale. Mariam è stata battezzata nella Chiesa melkita, nel contesto del rito orientale che esalta l’azione e la presenza dello Spirito Santo: tutta la sua vita è impregnata dalla presenza dello Spirito Santo, con uno slancio che è arrivato fino a noi. La sua nascita è stata considerata miracolosa perché i genitori non riuscivano a mettere al mondo figli che sopravvivessero. Mariam è nata dopo un pellegrinaggio a Betlemme. I genitori sono morti quando non aveva ancora tre anni.
È stata allora adottata da uno zio ed è andata ad abitare ad Alessandria con il resto della famiglia. Mariam ha 12 anni quando viene a sapere che suo zio vuole maritarla. Decisa di donarsi interamente al Signore, rifiuta. Tre mesi dopo va a trovare un vecchio servo della famiglia per inviare una lettera al fratello rimasto in Galilea, per chiedergli aiuto. Ascoltando il racconto delle sue sofferenze, il servitore, musulmano, la esorta ad abbandonare il cristianesimo per abbracciare l’Islam. Maria rifiuta. Inviperito, l’uomo sguaina la scimitarra e le taglia la gola, poi l’abbandona in una stradina tutta buia. È l’8 settembre.
Mariam si risveglia in una grotta, con accanto una giovane donna con le sembianze di una religiosa. Per quattro settimane, la donna la cura, la nutre e la istruisce. Quando Maria è guarita, la giovane sconosciuta la conduce in una chiesa e scompare. Mariam, più avanti nel tempo, riconoscerà in lei la Vergine Maria.
Da quel giorno, Mariam passa di città in città (Alessandria, Gerusalemme, Beirut, Marsiglia…) lavorando come domestica, dando la preferenza nelle sue scelte alle famiglie povere, aiutandole e lasciandole quando si sente troppo onorata. Nel 1865 è a Marsiglia. Viene messa in contatto con le Suore di San Giuseppe dell’Apparizione. Ha 19 anni. Viene accolta nel noviziato. Vive fenomeni mistici molto particolari. Due giorni alla settimana, infatti, rivive la Passione di Gesù. Riceve le stigmate, che nella sua semplicità considera una malattia.
Nel giugno 1867 entra nel Carmelo di Pau, dove trova amore e comprensione. Nel 1870, parte con un piccolo gruppo di suore per andare a fondare il primo monastero di Carmelitane in India, a Mangalore. Dopo numerose prove, torna al Carmelo di Pau, nel 1872. Nel 1875, Mariam si dirige verso la terra natale, con un gruppo di monache, per fondare il Carmelo di Betlemme. Nel 1878 si occupa anche della fondazione del Carmelo di Nazareth. Tornata a Betlemme, riprende il suo impegno di sorveglianza dei lavori in mezzo a un caldo soffocante. Mentre porta da bere agli operai, cade da una scala e si rompe un braccio. La cancrena si sviluppa rapidamente e nel giro di pochi giorni Mariam muore, il 26 agosto 1878, a 32 anni.
È stata beatificata il 13 novembre 1983 dal papa Giovanni Paolo II e canonizzata da papa Francesco il 17 maggio 2015. Abbiamo già accennato alle grazie mistiche di cui Mariam ha goduto. Era una suora conversa, che si dedicava per lo più ai lavori pesanti, alla cucina, al giardino, alla lavanderia e via di seguito. Il suo equilibrio umano si è fondato sui livelli più alti della spiritualità e su quelli più bassi del servizio. Per questo si considerava, e la si chiama, “il piccolo niente”, un’espressione che illumina con efficacia il suo messaggio. Si usa spesso l’immagine del vento per descrivere lo Spirito Santo, un piccolo niente, un soffio di povere possono lasciarsi trascinare facilmente dal vento, per una roccia pesante non è possibile. Quindi il piccolo niente ha potuto esprimersi al meglio abbandonandosi docilmente alla volontà di Dio.
Guarita miracolosamente dalla Vergine Maria, è arrivata fino sulla soglia della morte e quindi del cielo … e tutta la sua vita è stata una testimonianza del cielo, del mondo invisibile: accostandosi a lei, si avverte la vicinanza di Dio. Mariam ha il dono di aprire la porta del cuore allo Spirito Santo e quando lo Spirito Santo entra, tutto cambia.
In quanto araba, Mariam è un punto di riferimento importante per aiutarci a scoprire il mondo arabo. E per aiutare il mondo arabo a scoprire meglio il Cristo, e anche la propria identità. E gli uni e gli altri a incontrarsi … Ci sono molte cose nel mondo di oggi che dipendono da un incontro tra Oriente e Occidente, e su questa strada Miriam può essere di grande aiuto.