In occasione della fine del Giubileo della Misericordia in Terra Santa segnata dalle cerimonie di chiusura delle porte sante di Gerusalemme e di Nazareth, rispettivamente il 3 e l’8 dicembre mons. Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino, è stato intervistato da Radio Vaticana.
Mon. Pizzaballa ha iniziato osservando che anche la Porta Santa di Anjara, in Giordania, sarà chiusa. Un luogo che, con il Getsemani e Nazareth, è uno dei più importanti luoghi santi in Terra Santa.
«Il significato di questa chiusura è lo stesso in tutto il mondo: è per segnare la chiusura dell’Anno Giubilare, ma anche per ricordare alla comunità che vive la misericordia, per noi cristiani, che non è finito ma deve continuare, soprattutto qui in Terra Santa, dove le divisioni e l’odio sono così evidenti – la misericordia è la lingua che noi cristiani dobbiamo parlare», ha sottolineato l’Arcivescovo.
Mons. Pizzaballa ha notato come «l’Anno Santo della Misericordia non ha avuto effetti visibili a grandi livelli, … ma si è vissuto diversamente, con persone, nelle comunità, nelle scuole, attraverso incontri e dialoghi tra israeliani, palestinesi, ebrei, cristiani e musulmani».