Il 12 dicembre 2019, alle ore 11.30, nella Sala Stampa della Santa Sede si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre per la 53a Giornata Mondiale della Pace, che si terrà il 1º gennaio 2020. Il testo è diviso in cinque punti.
Cammino di speranza
Il primo si chiama «La pace, via di speranza di fronte agli ostacoli e alle prove». In esso, Francesco sottolinea che l’umanità porta con sé «i segni delle guerre e dei conflitti che si sono verificati, con una capacità distruttiva crescente, e che non cessano di colpire specialmente i più poveri e i più deboli».
Inoltre, ricordando il suo recente viaggio in Giappone, il Papa ha spiegato che «la pace e la stabilità internazionale sono incompatibili con ogni tentativo di fondarsi sulla paura della reciproca distruzione o su una minaccia di annientamento totale; È possibile solo da un’etica globale di solidarietà e di cooperazione al servizio di un futuro plasmato dall’interdipendenza e dalla corresponsabilità tra l’intera famiglia umana di oggi e di domani».
La memoria, orizzonte di speranza
Il secondo punto concepisce la pace come «cammino di ascolto basato sulla memoria, sulla solidarietà e sulla fraternità» e in esso il Vescovo di Roma ha ricordato la storia degli Hibakusha, sopravvissuti ai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, che presuppongono la «coscienza collettiva, testimoniando alle generazioni future l’orrore di quanto è accaduto nell’agosto 1945 e la sofferenza indescrivibile che continua fino ai nostri giorni».
Il messaggio definisce alla memoria, oggi, come «l’orizzonte della speranza: tante volte, nell’oscurità di guerre e conflitti», per questo il Santo Padre sottolinea che «aprire e tracciare un cammino di pace è una sfida molto complessa e fa appello alla coscienza morale e alla volontà personale e politica».
Artigiani della pace
«La pace scaturisce dalle profondità del cuore umano e la volontà politica ha sempre bisogno di rivitalizzazione, per aprire nuovi processi che riconcilino e uniscano le persone e le comunità» e che «il mondo non ha bisogno di parole vuote, ma di testimoni convinti, artigiani di una pace aperta al dialogo senza esclusione né manipolazione».
In questo terzo punto, chiamato «la pace, cammino di riconciliazione nella comunione fraterna», Francesco parla della necessità di abbandonare «il desiderio di dominare gli altri e di imparare a considerarsi come persone, come figli di Dio, come fratelli» e indica che solo il cammino del rispetto potrà «spezzare la spirale di vendetta e intraprendere il cammino della speranza».
Conversione ecologica
Nel quarto punto il Pontefice afferma che la pace si raggiunge pure attraverso un «cammino di conversione ecologica», ribadendo il messaggio della Laudato si’ in cui si affermava che è urgente appunto questa «conversione ecologica».
Per finire, aggiunge che il recente Sinodo sull’Amazzonia «ci porta a rinnovare la chiamata ad una relazione pacifica tra le comunità e la terra, tra il presente e la memoria, tra le esperienze e le speranze.